Almeno due litri d’acqua da assumere ogni giorno per permettere all’organismo di svolgere al meglio tutte le sue consuete funzioni fisiologiche. Una quantità che durante la stagione estiva – a causa dell’aumento della sudorazione rispetto al resto dell’anno – può ulteriormente salire. Scopriamo perché è importante idratarsi e quali sono i rischi della disidratazione.

 

Acqua alleata di salute

L’acqua è coinvolta in quasi tutte le funzioni del corpo umano ed è il suo principale costituente, rappresentando circa il 60% del peso corporeo nei maschi adulti, dal 50 al 55% nelle femmine e fino al 75% in un neonato. L’European Food Safety Authority (EFSA) ha accertato un rapporto di causa ed effetto tra l’assunzione giornaliera d’acqua e il mantenimento delle normali funzioni fisiche e cognitive. È inoltre noto che l’acqua riveste un ruolo particolarmente importante nel processo di termoregolazione. La quantità di acqua da bere è abbastanza variabile a seconda degli individui, tenendo conto dell’ambiente di vita, del regime di lavoro ed attività, del tipo di alimentazione e degli stili di vita. Inoltre può essere utile portare in tavola alimenti ricchi di acqua come frutta e verdura. 

Il sito del Ministero della Salute riporta i valori di riferimento, che considerano l’acqua assunta complessivamente (sia mediante consumo diretto che attraverso alimenti e bevande di ogni genere) in condizioni di moderate temperature ambientali e medi livelli di attività fisica:

  • neonati sino a sei mesi di vita: 100 mL/kg al giorno,
  • bambini:
    • tra 6 mesi e un anno di età: 800-1000 mL/giorno,
    • tra 1 e 3 anni di vita: 1100-1300 mL/giorno,
    • tra i 4 e gli 8 anni di età: 1600 mL/giorno;
    • età compresa tra 9-13 anni: 2100 mL/giorno per i bambini e 1900 mL/giorno per le bambine;
  • adolescenti, adulti e anziani:
    • femmine 2 L/giorno
    • maschi 2,5 L/giorno.

Questi valori sono indicativi; in condizioni di climi caldi e di attività fisiche intense, o altre condizioni che inducono disidratazione, i livelli di acqua da assumere possono variare sensibilmente (può considerarsi anche più del doppio dei valori indicati). Ciò si verifica anche in condizioni di stress e disturbi gastro-enterici che determinino vomito e diarrea, come per la diarrea del lattante.

 

Gli effetti della disidratazione

La disidratazione è un condizione che si verifica quando il corpo perde più acqua di quella che viene assunta. Attraverso le consuete funzioni fisiologiche come respirazione, minzione, sudorazione il corpo perde (e quindi deve rimpiazzare quotidianamente) circa 2 o 3 litri di acqua al giorno. L’incapacità di compensare la perdita di acqua e minerali, in particolare sodio e potassio, può portare alla disidratazione.

Una lieve disidratazione – spiegano dall’European Hydration Institute – può causare sintomi come sete, mal di testa, debolezza, vertigini e affaticamento e generalmente fa sentire le persone stanche e letargiche. I sintomi di disidratazione moderata possono includere secchezza delle fauci, poca o nessuna urina, lentezza, battito cardiaco accelerato e mancanza di elasticità della pelle. La grave disidratazione è un’emergenza medica ed è caratterizzata da sete estrema, assenza di urina, respirazione rapida, stato mentale alterato e pelle fredda e umida. Man mano che la disidratazione progredisce, il volume di acqua nel flusso sanguigno diminuisce, la pressione sanguigna può diminuire, la funzione cardiovascolare è compromessa.

Una curiosità: se tu bevi quando hai sete, il tuo corpo è già in sofferenza. Il meccanismo della sete, infatti, segnala al corpo di bere quando il contenuto di acqua corporea è ridotto. Il consiglio è bere regolarmente anticipando la sete. 

 

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